Prima di raccontarvi la sua esperienza ... cominciamo a spiegare cos'è il "KodoKan". Il Kōdōkan (講道館) è la scuola di judo fondata da Jigorō Kanō nel 1882 a Tōkyō, in Giappone. È considerato il luogo di nascita ufficiale del judo moderno. La parola Kōdōkan si può tradurre come: -
Kō (講) = insegnare, trasmettere -
Dō (道) = via, percorso -
Kan (館) = edificio, istituto Quindi, "luogo dove si studia la via". Quando Kanō fondò il Kodokan, iniziò con solo 9 allievi in uno spazio minuscolo all'interno di un tempio buddhista. Nel tempo però, grazie alla sua bravura nel combinare tecnica, filosofia ed educazione fisica, il Kodokan divenne sempre più importante. Kanō non voleva creare solo un sistema di lotta, ma una disciplina per educare il corpo, la mente e il carattere. Il suo motto era: Oggi il Kodokan è un enorme edificio di 8 piani nel quartiere di Bunkyo, a Tokyo. È sia una scuola che un centro internazionale per la pratica e lo studio del judo, con migliaia di praticanti che vengono da tutto il mondo per allenarsi lì. Ci sono sale d’allenamento (dojo) per tutte le età e livelli, archivi storici, biblioteche, persino stanze per i soggiorni degli atleti. Il Kodokan non rappresenta solo una "palestra", ma una vera istituzione culturale. Intervista al nostro piccolo Flavio quasi 8 anni e da quando ha 4 anni pratica Judo con Noi: 1. Com’è stato vedere il Kodokan per la prima volta? Ti ricordi cosa hai pensato? Sono stato al Kodokan a Tokyo il giorno di natale. È stata una bella esperienza, perché non me l’aspettavo. I miei genitori hanno organizzato tutto con la nostra guida Jin senza dirmelo prima. Quando ho visto il Kodokan di Jigoro Kano ho pensato “ma quanto è grande questo Kodonak?!”. È un palazzo di sette piani, oltre allo spazio del dojo enorme con gli spalti, c’è un negozio di suovenir e cinture di Judo e anche un museo dedicato a Jigoro Kano.
2. Com'era l'atmosfera dentro al dojo? Cosa ti ha colpito di più?
Mi ha colpito molto la grandezza del dojo, più di quattro volte più grande del nostro dojo e non me lo sarei mai aspettato. L’atmosfera era molto silenziosa perché non parlava quasi nessuno. Alcuni bambini arrivavano da soli con la metropolitana, si cambiavano e salivano al piano del tatami, come facciamo noi al dojo di Fabio.
3. Come ti sei sentito quando hai indossato il judogi e sei salito sul tatami?
Mi sono sentito subito bene e a mio agio quando ho indossato il judogi del nostro dojo. Quando sono salito al piano del tatami ero molto emozionato perché potevo allenarmi di più ed in Giappone.
4. Chi ti ha fatto l'allenamento? Ti ricordi qualcosa di speciale che ti ha insegnato?
C’era un maestro principale che dava le indicazioni sull’esercizio da fare. Poi c’erano altri 3 maestri che aiutavano. Il maestro all’inizio sembrava molto severo. Non abbiamo fatto un allenamento speciale perché ho partecipato a una lezione regolare del Kodokan. Abbiamo però fatto tanto stretching prima della lezione. Una bambina teneva il tempo degli esercizi contando ad alta voce mentre tenevamo la posizione. Abbiamo fatto il ponte, siamo stati sdraiarti tirando le gambe, abbiamo fatto qualche scatto, esercizi a pancia in giù…tante cose.
5, Hai imparato qualche tecnica o mossa nuova? Ce ne racconti una?
Durante l’allenamento ci hanno fatto fare una combinazione di passi e mosse, per tenere il tempo cantavano forse una filastrocca simile a quella di Hi-ha che facciamo con Fabio. Purtroppo non me la ricordo perché non parlo giapponese…per ora!
6. C’erano tanti bambini come te? Hai fatto amicizia con qualcuno?
Eravamo venti bambini ed erano tutti giapponesi. Avevamo età diverse. Alcuni avevano la cintura azzurra o arancione o bianca. Purtroppo non sono riuscito a fare amicizia con nessuno perché tutti parlavano solo giapponese, però durante la lezione tutti mi hanno aiutato a capire cosa bisognava fare: mi indicavano cosa facevano gli altri per ricopiarlo. Sono stati tutti molto gentili e pazienti.
7. Qual è stato il momento più divertente dell’allenamento?
Quando abbiamo fatto le capriole lungo tutto il tatami, io le facevo tutte di seguito come all’allenamento con Fabio. Al Kodokan invece tutti mi inseguivano per dirmi di fermarmi e che dovevo fare una capriola ogni tre passi, ma io non capivo e continuavo a fare capriole e loro erano divertiti.
8. Hai trovato qualcosa difficile? Come ti sei sentito mentre ci provavi?
La lotta contro i giapponesi è stata difficile! Un’impresa! Ho dato tutto il mio massimo per fare bella figura e far vedere che al dojo di Fabio siamo bravi e forti.
9. Hai visto qualche maestro o judoka che ti ha impressionato?
No, non ho visto altri maestri o judoka perché ero molto concentrato nel mio allenamento. Gli altri bambini che si allenavano con me erano molto bravi e forti nel judo e molto strategici perché usavano tanta tecnica nella lotta. All’inizio della lezione ho visto che oltre a noi c’era un altro gruppo di adulti che si allenava. La mia mamma mentre mi aspettava ha visto che in un angolo si allenava un signore cieco molto anziano e con la cintura nera. Era molto bravo.
10. Se potessi tornare al Kodokan domani, cosa ti piacerebbe fare o imparare di nuovo?
Quando tornerò a Tokyo andrò sicuramente di nuovo al Kodokan. Vorrei imparare altri lanci e altre mosse. Magari la prossima volta andrò con qualcuno che parla giapponese e italiano…oppure imparerò il giapponese! Tornerò anche per visitare il museo di Jigoro Kano con più calma. È stata una bellissima esperienza che consiglio a tutti i miei amici del judo. Grazie Flavio Seguirà l'esperienza di Cecilia che a Pasqua è andata in visita al Kodokan. |